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Il Trento si prepara alla ripresa del campionato, Parlato: “Ripartiamo da 0, voglio che cresca la mentalità”

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Carmine Parlato è l’uomo che ha riportato il Trento nel mondo dei professionisti dopo ben 18 anni. Lo scorso anno l’allenatore gialloblù è stato protagonista di una stagione esemplare, ai limiti della perfezione, che ha permesso al club di Mauro Giacca di tornare finalmente in Serie C.

Dopo la meritata conferma sulla panchina, Parlato si è subito messo al lavoro e ha chiuso il 2021 con un ottimo 11° posto in classifica. Il suo Trento, infatti, è metà classifica a quota 24 punti, frutto di 6 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte. Non sono mancati i momenti di difficoltà, ma i gialloblù hanno sempre saputo reagire e hanno chiuso l’anno con la convincente vittoria per 1 a 0 sul Piacenza

Le prime due partite del 2022 sono state rinviate a causa dell’aumento dei contagi di Covid-19 e il programma prevede che il Trento torni in campo il 23 gennaio contro la Giana Erminio, anche se la situazione potrebbe cambiare rapidamente.

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Abbiamo sentito propio il mister Carmine Parlato, che ci ha raccontato non solo di questo inizio di 2022, ma anche della prima parte di stagione.

Come stanno andando queste settimane di allenamento?

“Dopo la partita con il Piacenza abbiamo staccato mentalmente e fisicamente, il 28 abbiamo ripreso gli allenamenti e poi abbiamo fatto altri due giorni di riposo. Abbiamo ricominciato nuovamente il 3 gennaio e ora stiamo continuando il nostro lavoro come da programma. Stiamo cercando di recuperare le mancanze fisiche e tecniche da inserire all’interno della squadra. Anche a causa anche della pandemia stiamo cercando di portare quanto prima i giocatori al massimo e avere così la rosa al completo

Pigozzo e Bearzotti sono stati fino a oggi i due acquisti del Trento, come li ha trovati in questi primi allenamenti e cosa possono dare alla squadra?

Enrico Bearzotti lo ho avuto da giovane quando lo feci esordire a Pordenone e anche a Padova, lo conosco bene e sono sicuro che ci darà un grande aiuto in campo e fuori perché credo che abbia le caratteristiche tecniche e umane per farlo. Riccardo Pigozzo è arrivato ieri, si sta integrando bene. E’ un innesto dovuto dopo l’uscita di Chiesa. Sono contento per Mattia che è riuscito a tornare in Serie A, è una cosa bella per noi dello staff, ma anche per la società e per l’ambiente trentino. Ora aspettiamo però le partite perché è quello che conta”.

Come è stato doversi adattare alle decisioni di sospendere inizialmente la seconda giornata di ritorno e, poi, anche la terza?

“Noi abbiamo fatto in tempo a non modificare nulla, sapevamo già in anticipo che anche il 16 non avremmo giocato e quindi eravamo pronti, tutto era già programmato. Non è cambiato nulla, se non il fatto che abbiamo queste due settimane in cui dobbiamo rimodulare gli allenamenti e cercare di fare più partite possibile. Il problema grosso, però, che vale per tutti sarà la prima partita: chi sbaglia lì può pagare dazio”.

La vede anche come un’occasione per poter lavorare di più su certi aspetti o avrebbe preferito ripartire subito anche vista la vittoria nell’ultimo turno con il Piacenza?

Quando ti sei fatto l’idea delle mancanze fino alla partita con il Piacenza, puoi lavorare quante volte vuoi su una correzione, ma se non hai un riscontro veritiero come è la partita, non vedrai mai con certezza se individualmente quel calciatore ha capito l’errore, quindi aspettiamo sempre la gara successiva per vedere se l’errore l’ha memorizzato o lo ripete”.

Facciamo un passo indietro: il 2021 si è chiuso con la vittoria in casa per 1 a 0 contro il Piacenza, come valuta la prima parte di stagione?

Il mio giudizio è sicuramente positivo, perché siamo fuori dalla “zona rossa”. Sicuramente ci sono state partite in cui ci siamo cercati la sconfitta e altre in cui abbiamo meritato di vincere. Altre ancora non meritavamo e abbiamo però dato tutto quello che avevamo per pareggiarla o vincere. Dico sempre che il totale dà la realtà dei fatti. Se abbiamo questi punti è perché li abbiamo meritati. Sicuramente l’andata è stata positiva visto che era la prima esperienza per la società e non solo in questa categoria. Dobbiamo tenere presente che tra le neo promosse siamo la prima”.

Prima della vittoria contro il Piacenza il Trento veniva da due pareggi e due sconfitte, forse il momento più complicato di questa stagione. Quanto è stato importante a livello mentale chiudere l’anno con una vittoria?

Ci sono due cose da separare. Con il Piacenza eravamo deficitari per via di infortuni e squalifiche. Chi ha giocato ha fatto “la partita dell’anno”. Affrontare una squadra del genere in quelle condizioni e uscire con una prestazione così non è da poco. Quindi rifaccio i complimenti ai miei ragazzi. Ora, però, si ricomincia da 0, dovremmo recuperare tutti perché quella è una situazione che non vorrei più ritrovare. Spero di riuscire a recuperare e avere sempre tutta la rosa a disposizione. Mi auguro inoltre che l’aspetto di campo sia preparato bene e che la squadra prepari mentalmente al meglio la prima di campionato, perché ricordo l’anno scorso contro il Caldiero, quando affrontammo un periodo di adattamento. Io dico che l’11 che parte è come un uovo di Pasqua, non sai mai cosa esce in campo. Ma non per una questione di fiducia, ma perché finché non sei effettivamente sul campo non hai un vero riscontro su quanto fatto negli allenamenti.”.

A livello di infortuni, come procedono i recuperi dei calciatori?

“Gli infortunati sono Caporali, Dionisi, Izzillo e Bigica. Tra questi 4 credo di poterne recuperare 1 o 2 per la prima partita contro la Giana”

L’anno scorso disse che in Serie D il ritorno è un campionato completamente diverso, perché le squadre si chiudono maggiormente in difesa. Come pensa che sarà il ritorno in questo campionato?

Il ritorno è sempre un’altra storia, è un girone totalmente diverso. Non puoi più sbagliare perché non rigiochi più contro la stessa squadra. Mi aspetto che da parte nostra l’atteggiamento in alcune partite cambi. All’andata a volte ci abbiamo messo 5 minuti in più a capire l’atteggiamento da avere dal momento del fischio iniziale. Come fischia l’arbitro dobbiamo essere in campo, la testa deve essere collegata alle gambe. A noi l’entusiasmo iniziale e l’organizzazione tecnico tattica ci ha fatto trovare pronti nelle prime partite dell’anno, poi dopo 4-5 gare abbiamo avuto una sorta di boomerang e ci siamo presi anche degli schiaffi. Dopo questo periodo abbiamo imparato a schivarli ma nel ritorno l’avversario non deve nemmeno arrivare a darceli, quindi dal punto di vista del campo dobbiamo essere sempre al 110%. Prima arriva questa forma prima raggiungiamo l’obiettivo”.

Avete chiuso il 2021 all’11° posto con 20 punti (6 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte). In cosa si aspetta una crescita maggiore nella sua squadra?

“La cosa che voglio è che cresca la mentalità, la concentrazione deve esserci per 90 minuti. I miei ragazzi devono migliorare lo stare in campo per tutta la partita, sotto l’aspetto della concentrazione, dell’attenzione e della voglia di non prendere gol e di andare a farlo”.

Al momento febbraio si presenta come un mese pieno di impegni ravvicinati, con 7 partite in 27 giorni: sarà un mese decisivo per il campionato?

Credo che, sulla carta, febbraio potrebbe essere decisivo e dare il là a tutto. Il campionato però è talmente equilibrato per 13-14 squadre che nel giro di 4-5 partite può cambiare tutto, ci sono stati molti pareggi anche all’andata. Con una vittoria puoi entrare nei play-off, poi magari dopo 3-4 partite sei nel play-out. Credo che partendo una partita alla volta arriviamo all’obiettivo che desidero”.

L’obiettivo di Parlato per il Trento in questo 2022, qual è?

“Il mio obiettivo è la partita con la Giana”.

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