Il tedesco testaccino… ma non volante: stregò l’olimpico ‘scippato’ dalla Juve I Non è Voeller: te lo ricordi sicuro

Voeller e Dino Viola (Facebook) - Sportmagazinetrentino
I tifosi della Roma stregati dal tedesco testaccino a tal punto di dedicargli una canzone indimenticabile. No, non è Rudi Voeller.
Il legame tra la Roma e i suoi eroi stranieri è spesso una storia di passione viscerale, un amore che va oltre il campo e si radica nell’anima della città. E pochi hanno incarnato questo spirito come Rudi Voeller, il “tedesco volante“.
Arrivato nell’estate del 1987, Rudi non era solo un centravanti prolifico, ma divenne subito un simbolo di grinta e dedizione. Con i suoi capelli biondi al vento e un’incredibile capacità di lottare su ogni pallone, il centravanti tedesco ha conquistato il cuore dei tifosi giallorossi.
In un’epoca in cui i successi di squadra erano rari, la sua sola presenza bastava a infiammare l’Olimpico: il suo amore per la città e il tifo romanista era palpabile, e si manifestò pienamente quando, dopo l’addio al campo, scelse di tornare a Roma come direttore sportivo, cementando un legame indissolubile, prima del suo ritorno in patria.
Eppure, c’è un altro tedesco che ha lasciato un’impronta profonda nella memoria dei tifosi romanisti, pur senza i clamori e i soprannomi del suo connazionale. Un giocatore che, a differenza di Voeller, non era una punta d’attacco, ma un raffinato regista, un mago del centrocampo.
Un coro di un’iconica canzone
A quattro anni di distanza dall’arrivo di Rudi Voeller, a Roma sbarca Thomas Hassler. Non aveva l’imponenza fisica di Voeller, era un centrocampista dotato di una tecnica purissima: la sua visione di gioco incantavano. Era un funambolo con il pallone tra i piedi, capace di disegnare parabole perfette su punizione e di servire assist al bacio.
Il suo periodo in giallorosso fu breve, solo tre stagioni, ma indimenticabile. Hassler rappresentava l’eleganza, i tifosi romanisti lo ricordano con affetto non solo per le sue giocate, ma anche per la sua lealtà, a tal punto da dedicargli una canzone sulle note del remix da discoteca di Pinocchio.

Le due facce della stessa medaglia
Ma Hassler prima di vestire la maglia della Roma, fu una meteora in una delle Juventus meno performanti di sempre, quella allenata da Gigi Maifredi. Inutili i suoi feedback da campione del mondo e d’Europa con la Germania.
Finì male alla Juventus, anche se nessuno mise in dubbio il suo talento. Meglio ricordare “Tommasino” (così lo chiamarono simpaticamente i tifosi giallorossi) per la sua esperienza alla Roma, come Voeller riuscì a entrare nel cuore della squadra e dei tifosi giallorossi.