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Corsa

I bellunesi Italo Cassol e Sara Mazzucco si impongono nel 4° Giro del Lago di Levico

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Parla bellunese la quarta edizione del «Giro del Lago di Levico», la corsa podistica organizzata in primavera dall’asd Non Solo Running come anticipazione de «La 30 Trentina» di fine settembre.

Tornata nei calendari dopo un anno di stop, la competizione proposta su un tracciato lungo 10 chilometri, disegnati intorno al bacino omonimo, ha fatto centro, dato che al via si sono presentati oltre 400 runner, che hanno potuto godere di una giornata di sole e del suggestivo paesaggio naturale che possono offrire il lago e il Parco Segantini, cuore pulsante di tante le manifestazioni sportive più importanti organizzate a Levico Terme.

A portarsi a casa il successo sono stati, come accennato, due atleti della vicina provincia di Belluno, ovvero Italo Cassol della Recastello Radici Group e Sara Mazzucco dell’Atletica Dolomiti Belluno. Se il primo ha tagliato il traguardo insieme al gemello Roberto, divisi da pochi centimetri, a suggello di una sfida che li ha visti dominare insieme l’edizione 2023, la seconda ha fatto corsa a sé, imponendo fin da subito un ritmo insostenibile per le avversarie.

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Una prima volta a Levico ricca di soddisfazioni, quindi, quella dei due runner, che comunque non hanno potuto risparmiarsi più di tanto su un percorso che presenta anche una parte centrale, quella di passaggio fra le due sponde del lago, abbastanza impegnativa.
Italo Cassol, nel cui palmares ci sono il successo nel 2018 alla «Primiero Dolomiti Marathon», nel 2019 al «Dolomiti Beer Trail» e un titolo italiano a squadre nel chilometro verticale, ha corso a fianco del fratello Roberto, che nel 2022 ha vinto il «Feltre Urban Trail», la «Bibione Run – Ten Miles» e la «Calà del Sasso», nei primi chilometri pianeggianti, poi ha perso contatto con lui nello saliscendi, per recuperare lo svantaggio accumulato sul sentiero dei pescatori, che precede il traguardo. 

I due si sono infine accordati per arrivare appaiati, lasciando un piccolo margine di vantaggio a Italo: 35’07” il tempo di entrambi, alla media di 3’31” per chilometro. Il terzo gradino del podio se lo è guadagnato il trentino della Polisportiva Oltrefersina Norbert Corradi, giunto al traguardo con 2 minuti e mezzo di ritardo dai gemelli bellunesi, che si è imposto della categoria SM45, seguito a distanza ravvicinata da Filippo Giovannini delle Polisportiva Giudicarie Esteriori e Alessio Roner dell’Atletica Val di Cembra, primo nella categoria SM 50.

In campo femminile Loretta Bettin (Atletica Paratico), vincitrice de «La 30 Trentina» nel 2020, ha provato a tenere testa a Sara Mazzucco (Atletica Dolomiti Belluno), vice campionessa italiana nel trail corto nel 2022, ma la veneta del 2000 ha fatto valere i vent’anni in meno per condurre la gara dall’inizio alla fine e concluderla con il tempo di 39’55”, un minuto e mezzo in meno rispetto alla trentina, seconda classificata. Il podio rosa è stato completato da Claudia Andrighettoni (Quercia), staccata di quasi due minuti e mezzo dalla vincitrice. Medaglia di legno per Genny De Simoi (Atletica Feltre).

Passando alle categorie, detto della SM 45 e della SM50, nella SM35 ha vinto Luciano Trentini, nella SM40 Fabiano Roccabruna, nella SM55 Mohamed Hussien, nella SM60 Abramo Beretta, nella SM65 Antonio Guerra, nella SM 70 Arduino Leonardi, nella SM75 Dorino Paccagnella e nella SM80 Antonio Toldo. In campo femminile Anna Pattanaro ha vinto nella categoria SF35, Loretta Bettin nella SF40, Genny De Simoi nella SF45, Laura Sangalli nella SF50, Paola Doro nella SF55, Paola Gagliardi nella SF60, Maria Cristina Dal Santo nella SF65 e Annaliese Kofler nella SF70.

Hanno detto

«Mio fratello Italo è più veloce di me sul piano – racconta Roberto Cassol – e quindi dopo che mi ha raggiunto in fondo alla discesa abbiamo deciso di arrivare insieme sul traguardo, ma che avrebbe vinto lui. Un successo di cui ha bisogno, perché sta rientrando dopo un anno e mezzo tribolato sul piano fisico. Il percorso è molto più impegnativo di quanto mi aspettassi, anche perché bisogna fare attenzione alle radici e alle asperità, però mi è piaciuto e se il ginocchio mi darà un po’ di tregua non mi dispiacerebbe mettermi alla prova della 30 Trentina a settembre. Per ora non posso fare di più».

«Ho sempre tenuto il mio ritmo, – spiega Sara Mazzucco – cercando di aumentarlo nella seconda parte ed è andata bene. Durante la gara non sapevo quanto vantaggio avevo sulla seconda, per cui ho corso un po’ alla cieca. Anche per me era la prima volta qui a Levico, mi piacerebbe mettermi alla prova anche sui 30 chilometri, perché il percorso è abbastanza muscolare e divertente».

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