Festival dello Sport: eterni giovani, i protagonisti dell’oro europeo dell’Italbasket a Nantes

Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati, Renato Villalta, Antonello Riva, Carlo Caglieris: alla Filarmonica di Trento cinque leggende del basket italiano e internazionale degli anni ’80 hanno ripercorso le tappe, gli aneddoti e i ricordi di quegli anni e in particolare dello storico oro agli Europei 1983 in quel di Nantes. Il pubblico della sala (tutto esaurito) regala una lunga standing ovation rivedendo i filmati dell’impresa. Un quintetto da leggenda. Un quintetto d’oro.Il metallo che hanno messo al collo agli Europei di Nantes 1983, i protagonisti di un ventennio di basket che ha raggiunto il suo culmine negli anni ’80. Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati, Renato Villalta, Antonello Riva, Carlo Caglieris.Elencare tutti i loro successi, individuali e di squadra, avrebbe esaurito il tempo a disposizione dell’incontro andato in scena alla Filarmonica di Trento in via Verdi. Rispondendo alle domande dei due giornalisti de La Gazzetta dello Sport Franco Arturi e Andrea Tosi, le cinque leggende del basket azzurrohanno raccontato, non senza scherzi e battute, le emozioni e i ricordi della straordinaria impresa negli europei in Francia del 1983e dato il loro puntuale parere sulla pallacanestro e sulla Nazionale di oggi. «Eravamo una squadra coesa, unita, in salute –ha esordito Meneghin-; allenati poi da un fenomeno come Sandro Gamba, uno che era stato un grandissimo giocatore e che si era costruito come coach. La sua passione per il basket americano lo aiutò a portare in Italia concetti nuovi ed efficaci». Antonello Riva di quella Nazionale fu il miglior realizzatore all’Europeo ’83: «Puntavamo tantissimo sulla difesa, ma avevamo un contropiede molto efficace che ci permise di giocare un torneo ad alto punteggio». Con gli avversari della nazionale spagnola di quegli anni poi è stata fondata laLIBA, associazione che promuove il basket giovanile attraverso anche iniziative benefiche. A Villalta e Caglierisle riflessioni sul basket di oggi: «Fa male vedere –ha esordito il mito del basket bolognese– ragazzi che oggi scelgono di non giocare con la Nazionale per riposarsi o per non avere impegni in estate. La maglia azzurra per me ha un significato profondissimo». «Credo– ha conclusoCaglieris, ancora a proposito di Italbasket –che alla Nazionale oggi manchi un centro di riferimento, e un play che nei momenti importanti si sappia prendere responsabilità. Ma il basket è talmente diverso oggi: quando mostriamo i filmati delle nostre imprese del passato sembra che mandiamo le immagini al rallentatore… Il bacio al pallone dopo la vittoria con la Spagna? Un gesto che ancora mi commuove rivedendolo». Non è l’unico ad emozionarsi:il pubblico della Filarmonica, tutto esaurito nella sala, si è alzato in piedi per una standing ovation da brividi mentre scorrevano le immagini degli ultimi secondi della finale di Nantes.

Redazione

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