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Festival dello Sport: Ciclismo e basket sotto i riflettori in piazza Duomo

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Pomeriggio ricco di storie emozionanti nel ciclismo, ma anche sotto canestro. Presentati a Trento, quattro libri che ci coinvolgono, ricordandoci che lo sport è una palestra di vita. L’ex ct della nazionale di ciclismo Davide Cassani, ha dialogato sul libro “Ho voluto la bicicletta” di Giorgio Burredddu.

Mentre Sonny Colbrelli, è intervenuto sulla nuova uscita in libreria: “Con il cuore nel fango”, di Marco Pastonesi, che ricorda l’esperienza e la bellissima vittoria alla Parigi-Roubaix 2021, ma anche i mesi difficili a seguire. Infine spazio al basket con “Lasciatemi perdere” di Riccardo Pittis e “King, la biografia di Lebron James” di Davide Chinellato.

“Ho voluto la bicicletta” (Rizzoli) di Giorgio Burreddu con l’ex ct nazionale di ciclismo, Davide Casssani. Fresco di stampa, come una tappa di montagna, il libro racconta un percorso di vita: in un continuo alternarsi di salite e discese, momenti durissimi e poi sollievo, castigo e misericordia.

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Il ciclismo è del resto un poderoso esercizio del corpo che, oltre alla forza muscolare, necessita di formidabili energie mentali. Cassani, di vite, ne ha già vissute almeno tre: corridore, commentatore, ct nazionale.

Voglio ricordare – esordisce Cassani – che Colbrelli a Trento ha vinto il campionato europeo 2021. E’ stato il giorno perfetto da ct. Pensavo potesse vincere, ma non ci credevo… Alla fine, ho urlato e poi ho abbracciato Sonny. Ho cominciato e finito con lui, al quale sono molto legato. Anche io ho fatto la mia Roubaix ma non l’ho terminata, in una giornata terribile di freddo, fango, fatica e ho chiesto pure un passaggio fino all’arrivo”. 

La passione di Cassani per il ciclismo è sbocciata nel ’68, con Gimondi al Mondiale. “L’idea del libro – spiega l’ex ct – è nata tornando da Tokio, quando avevo capito che la mia avventura nazionale era terminata. Il ciclismo mi ha insegnato a rialzarmi nei momenti più difficili. Da ciclista a commentatore fino a ct. Ho cercato di capire come trasformare la mia esperienza in attualità. I ragazzi di oggi hanno bisogno di indicazioni, noi eravamo più intraprendenti, ma eravamo noi a decidere. Mi sono reso conto che gestendo la nazionale di oggi, dovevo dare indicazioni ben precise. Il caso di Sonny è sicuramente un esempio. E’ importante trovare qualcosa di positivo anche nelle cose più negative di questo mondo”. 

A proposito di gregari, Cassani ricorda la salita del Pordoi come un sogno nel cuore e sottolinea: “Non è un corridore di serie b. E’ un ciclista in grado di far vincere un compagno di squadra. Ricordate Scarponi e la vittoria di Nibali al Giro d’Italia? Il gregario è determinante, ognuno deve dare il meglio. Adesso è l’epoca dei giovani pronti subito, maturati prima. Non hanno bisogno di esperienza perchè non hanno paura di niente. 

Le gare sono totalmente diverse dalle nostre. Ci svegliavamo quando arrivava l’elicottero della tv. Oggi ci sono atleti che vanno forte sempre, anche se noi italiani abbiamo meno ragazzi sul podio. Sono molti meno i nostri campioni in bici, ma speriamo di tornare ai fasti di un tempo. Non possiamo dimenticare infine il record dell’ora di Francesco Moser che cambiò il modo di correre: dalle ruote lenticolari al cardiofrequenzimetro, ma non solo. Guardando infine al mondiale di ciclismo, non siamo tra i favoriti sulla carta, purtroppo oggi sono altri”.

“Con il cuore nel fango” è invece il libro del ciclista bresciano Sonny Colbrelli che ci ha fatto sognare alla Parigi Roubaix 2021. Sul palco di Trento, ha dialogato con Davide Cassani. Il testo, scritto con Marco Pastonesi, racconta l’esperienza di quella sudata, infangata, ma bellissima vittoria.

Secondo Sonny però: “La Roubaix, o la ami o la odi. E’ una corsa affascinante, dopo 260 chilometri percorsi su ciotolato, prima di entrare nel velodromo. Come l’ho vinta io, non accadeva da tempo. E’ stata la mia prima Roubaix e l’ho pure vinta”. Il suo arrivo è stata infatti una scena che sembrava presa da un film d’altri tempi, dalla memoria di qualche attempato cronista con il gusto dell’epica. E invece è successo davvero il 3 ottobre 2021, davanti alle telecamere di mezzo mondo. 

Oggi però, dopo un malore in gara, Sonny Colbrelli, spiega che la vita è cambiata completamente: “Non ci voglio pensare, vivo giorno per giorno. Lo scorso anno è stato l’anno della mia vita, per le vittorie, ma poi in un attimo vedi anche la tua vita sbriciolarsi. Per me la cosa più importante è essere qua a parlarne. Ricordo come fosse ieri quella vittoria a Trento, durissima, ma con il boato di uno stadio all’arrivo e tanti amici. Oggi, vorrei essere con i miei compagni, ma bisogna guardare avanti e affrontare gli ostacoli. I miei bambini sono stati la mia forza per rialzarmi”. 

Ma come è cambiato il ciclismo oggi? “Sembra di essere in formula uno – conclude Sonny – ti danno strategia della gara, tattica, alimentazione nel dettaglio. Oggi il gregario è più valorizzato, mentre nel passato non era così”.

Dal ciclismo al basket con una stella sotto canestro. Il giornalista Davide Chinellato ha presentato invece “King, la biografia di Lebron James”. Conosciuto anche con l’acronimo LBJ e con vari soprannomi tra cui The kid from Akron (Il bambino da Akron), per gli amici LeBron ghemis, King James (Re James) e The Chosen One (Il prescelto), considerato uno dei migliori cestisti di tutti i tempi. 

Ho scelto di raccontarlo – ha detto Chinellato – perchè Lebron James è diventato un mito anche fuori dal campo, aiutando bambini, pagando i loro studi e donando moltissimo alle famiglie in difficoltà. Una storia di riscatto sociale. Nato in un quartiere disagiato e arrivato nell’olimpo del basket. 

Lui è stato salvato dallo sport – conclude Chinellato – la sua vita è una ascesa continua. Oggi ha costruito un impero, ma con un gruppo di amici lo ha trasformato in una sfida che guarda al futuro di molti giovani, perchè oggi continua a vincere da ormai più di dieci anni”. Un libro ricco di aneddoti e avventure nel mondo del basket.

Infine spazio in anteprima a “Lasciatemi perdere” (ROI Edizioni) con l’ex giocatore di basket, Riccardo Pittis. Lui, è stato uno dei più forti. Oggi l’ex azzurro fa il mental coach e speaker motivazionale. Ha vinto tutto con Milano e Treviso.

“Lasciatemi perdere” è la storia di un ragazzo cresciuto in una famiglia come tante nell’Italia degli anni Settanta e destinato a diventare un’icona degli anni d’oro della pallacanestro italiana. Dopo un’infanzia spensierata, la vita di Riccardo è rivoluzionata dalla scoperta del basket. Da quel momento ha una sola priorità: vincere. 

A questa missione sacrifica tutto e le grandi imprese con la maglia dell’Olimpia Milano, della Pallacanestro Treviso e della nazionale gli danno, come a ogni campione, l’illusione di poter evitare la sconfitta.

Ma anche i sogni più grandi sono destinati a tramontare, così, chiusa la carriera da giocatore, Pittis scopre che oltre il campo da gioco c’è un mondo dove la meritocrazia non sempre ha la meglio e la sua devozione alla dea vittoria non basta, perché sconfitta e fallimento sono componenti inevitabili dell’esistenza.  

In queste pagine – conferma Pittis a Trento – non ci sono solo le cose belle, ma anche quelle meno piacevoli. La sconfitta in Italia, viene vista con senso di vergogna e questo sentimento, l’ho vissuto pure io dentro e fuori dal campo. Anche Lebron James ha incassato molte sconfitte. Le cadute nella vita sono però quelle più difficili da accettare, molto più di quelle sportive. Da sportivo vivi in una realtà parallela, per me è durata 30 anni. 

Quando smetti, anche se ti prepari, torni nella normalità e ti chiedi che cosa farai della tua vita. Si rischia di schiantarsi contro il muro della realtà. Per questo ho deciso di raccontare anche il lato oscuro dello sport – conclude Pittis -, perchè ogni sconfitta ti aiuta a crescere. Quando sono passato da Milano a Treviso, quella che pensavo essere una sconfitta, è diventata una delle più grandi vittorie dentro e fuori dal campo”.

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