Proprio daiGiochi Olimpici in Giapponeha preso le mosse l’incontro condotto dal giornalista della Gazzetta dello SportSimone Battaggia.“Per me le Olimpiadi – ha detto il climber dellaRepubblica Ceca– era un sogno fin da bambino quindi è stata davvero una grande emozione trovarmi a Tokyo e conoscere atleti di tutto il mondo e di ogni disciplina sportiva”. Purtroppo la formula di questa competizione olimpicanon ha permesso al fuoriclasse ceco di ottenere un grande risultato: “La gara di arrampicata sportiva ha intrecciato le tre discipline, difficoltà (lead), boulder e velocità (speed). Quest’ultima purtroppo non è nelle mie corde, non mi è mai piaciuta, e quindi li ho consumato tante energie. Così per i paradossi dello sport sono andato meglio in velocità che nelle altre due categorie. Nessuna competizione mi ha mai motivato come quella di Tokyo con due anni di intensi allenamenti che mi hanno prostrato mentalmente e fisicamente”.Adam Ondra, nato a Brno nel 1993, adesso ha nel mirino Parigi dove vuole prendersi quelle soddisfazioni mancate in Giappone: “Nel 2024 il formato sarà diverso, e quindi affronterò la gara con un altro spirito vedrà di essere più ponto soprattutto mentalmente. Io sono un arrampicatore su roccia ma mi divertono anche le gare è bello competere e confrontarsi in questi contesti agonistici con altri atleti”.Adam Ondra ha un rapporto particolare con il Trentino,terra che ospita il Festival dello Sport e dove si è sposato proprio a settembre: “Gli spazi attorno ad Arco, come quella della falesia di Massone – ha raccontato – per me sono imprescindibili e in quella zona starò ora i prossimi cinque mesi per provare vie nuove insieme all’arrampicatore torinese Stefano Ghisolfi”.Il nome di Adam Ondrasi lega anche alla nuova via “Project Hard”nell’ambito del progetto “Silence”, che nessuno dal settembre 2017 ad oggi è riuscito a ripetere, senza dimenticare le quattro vittorie del premio Salewa Rock Award una sorta di “Oscar dell’arrampicata” anche per la sua: “Capacità di alzare continuamente il livello dell’arrampicata superando se stesso e facendo sognare tutti i climbers”.Adam Ondra ha ricordato come fra i suoi miti ci sia ancheMaurizio Zanolla, alias Manolo,con parole di grande ammirazione per i climbers che hanno aperto vie “impossibili” nel passato, non ha nascosto i suoi timori per le arrampicate in “free solo”, ovvero in solitaria senza assicurazione, da lui considerate troppo pericolose e rivelato che fra i suoi prossimi obiettivi c’è la via Perfect Mundo in Catalogna.
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