Federico Gatti: dai dilettanti al debutto in Nazionale di Roberto Mancini

Federico Gattirappresenta la nuovafavoladelcalcio italiano. Nella vita talvolta le storie si ripetono: le vicissitudini delragazzo piemontesericordano quelle di Moreno Torricelli. Sino a qualche anno faGattigiocava nei dilettanti con la casacca delPavarolo. Con lasquadra torinesevince il campionato di Promozione e approda in Eccellenza. Lavora di giorno comemuratoreeserramentistaallenandosi di sera suicampi di provinciacon determinazione epassione. Nasce ai piedi del castello diRivoliil 25 giugno del 1998. Passa da Saluzzo e Verbania, il debutto inSerie Ccon la Pro Patria, infine, l’approdo inserie B(nella stagione scorsa) con la giubba del Frosinone. Ilragazzocresce calcisticamente nel Chieri, Torino e Alessandria. Neiprofessionistigioca 69 partite segnando 6 reti. Federico è undifensore centralearcigno e abile negli anticipi. La suaprestanza fisica(alto 1.90 cm e 84 Kg) lo sorregge nelgioco aereosui calci da fermo. Possiede un eccellentesenso della posizionesupportato dal suo passato da centrocampista. Nel suo trascorso evidenzia una fortepersonalitàe malizia. E’destro di piedee gioca sul centrodestra nelpacchetto difensivoschierato a 4. Ilcartellinoè di proprietà della Juventus (acquistato nel mercato di gennaio) e l’anno prossimo vestirà la maglia dellaVecchia Signoradopo il ritiro di Giorgio Chiellini. L’exdifensore del Frosinonedebutta (in Nations League) con la maglia dellaNazionale italianagiocando un match di livello. Nel catino diWolverhamptoncontro gli inglesi Gatti mostra le qualità delveteranonel giorno del battesimo di fuoco. Dopo l’inizio nervoso trova legiuste misurecontro giocatori di raffinata qualità. Dallesue zollepassano Tammy Abraham e Harry Kane, giocatori pericolosi e estremamente bellicosi. Roberto Mancinimostra, ancora una volta, nella sua carriera di saper lavorare con igiovani. Lancia con il coraggio deivisionarii talenti. Con il contributo eccellente dellostaff azzurroriesce a cementare il gruppo, forgiare l’identitàe imbastire le trame gioco. Il lavoro e le capacità delCT di Jesisono innegabili. Pochi tecnici della serie A, tranne forse gli emergenti, possiedono l’umiltàe lasfrontatezzadi far debuttare legiovani leveconferendo loroforza mentaleetemperamento. “Io ho fatto un po’ di tutto, ho lavorato ai mercati generali, ho fatto il serramentista e il muratore. Poi per fortuna col calcio è andata bene” sono le parole rilasciate daFederico Gattiai cronisti nel ritiro degliAzzurri. Emanuele Peregowww.emanueleperego.itwww.perego1963.it

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