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Eydallin e Antonioli campioni del mondo, al femminile dominio di Mollaret-Harrop

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Foto Torri, Meneghello, Mariotti

La terza volta di Matteo Eydallin e la prima volta di Robert Antonioli. L’ottava edizione dell’Adamello Ski Raid ha ribadito che il piemontese e il valtellinese nelle gare di scialpinismo classico non hanno rivali. I due alfieri del Centro sportivo Esercito si erano laureati campioni del mondo ai primi di marzo nella team race e si sono guadagnati anche la medaglia d’oro nella sfida di Pontedilegno-Tonale, che ha messo in palio il titolo di campioni del mondo long distance team.

Vittoria annunciata al femminile per le due dominatrici di stagione, le francesi Axelle Mollaret ed Emily Harrop, in una gara che aveva validità anche come tappa del circuito La Grande Course e che ha visto complessivamente al via 260 concorrenti di 17 nazioni. La gioia dei vincitori della gara, delle squadre salite sul podio e la soddisfazione di tutti gli scialpinisti giunti all’arrivo e del comitato organizzatore si sono però ben presto tramutate in tristezza e in cordoglio quando è giunta la notizia che uno dei concorrenti, colpito da un malore, era deceduto.

Pur essendo stato prontamente assistito dal compagno di squadra e dal personale sanitario del soccorso alpino presente in quota e successivamente trasportato a valle dal servizio di elisoccorso col coordinamento dell’autorità giudiziaria di Brescia, Omar Ferrero, 42 anni, di San Secondo di Pinerolo, tesserato per lo Sci club Prali Val Germanasca, che era in gara con il compagno Ivan Monnet è deceduto a causa di un arresto cardiaco. Il comitato organizzatore, shockato, ha deciso di limitare al massimo i toni celebrativi della premiazione, che si è svolta all’insegna della massima sobrietà.

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Tornando alla gara, è stata una prestazione attenta quella dei due alpini azzurri, che hanno gestito nel migliore dei modi le proprie energie lungo i 30 km del percorso, che presentava un dislivello positivo di 3.115 metri e negativo di 3.455, con 12 cambi assetto, 4 salite, 4 discese, 4 tratti a piedi dei quali 2 in salita.

Al passaggio ai 2.990 metri di Passo Presena, al primo cambio pelli, sono giunte cinque coppie praticamente appaiate, i tre team italiani e i due francesi. Prima discesa e seconda salita verso il punto più alto della gara (Punta Venerocolo a 3.312 metri) ed arriva il primo colpo di scena, con il ritiro del team formato dal vermigliano Davide Magnini e dal valdostano Nadir Maguet, quest’ultimo in giornata no. Poco dopo è arrivato un altro forfait inatteso, nella competizione femminile, del team Italia 1 formato dalla veneta Alba De Silvestro e dalla valtellinese Giulia Murada, che aveva dichiarato prima del via di non essere al top. A Punta Venerocolo nulla era deciso, con i due team francesi composti da Mathèo Jacquemod e Samuel Equy, e da William Bon Mardion e Xavier Gachet a ruota l’uno dell’altro, così come la coppia italiana.

L’esperienza di Eydallin e la tenacia di Antonioli hanno fatto la differenza sull’ascesa a Cresta Croce, nel tratto conclusivo con gli sci nello zaino fino ai 3.307 metri di quota, quando sono riusciti a staccare, seppure di poco, gli avversari. Un vantaggio che si è gradualmente intensificato anche nell’ultima salita ai 2.996 metri del Passo dei Tre Denti, quando i due hanno gestito la leadership nella discesa fino al traguardo di Ponte di Legno.

Robert Antonioli e Matteo Eydallin hanno così concluso la prova a braccia alzate dopo 4 ore 4 minuti e 24 secondi di gara, precedendo di 2’49” Matheo Jacquemod e Samuel Equy, quindi a 7’2″ dai trionfatori sono giunti gli altri due transalpini William Bon Mardion e Xavier Gachet. Dopo 12 minuti ha tagliato il traguardo il secondo team italiano, formato dal trentino di Molveno Federico Nicolini e dall’altoatesino di Ortisei Alex Oberbacher, quindi ancora più staccati il team Austria con Daniel Ganahl e Paul Verbnjak e poi la squadra svizzera con Pierre Mettan e Julien Ancay. La sfida Open ha visto emergere invece la coppia austro elvetica formata da Jakob Hermann e Martin Anthamatten (quarto tempo assoluto), davanti al team italo svizzero William Boffelli e Werner Marti.

Senza storia la competizione femminile, con le fuoriclasse Axelle Mollaret ed Emily Harrop in testa già dai primi metri di verticalità, fino al traguardo, dove hanno concluso con il tempo di 4 ore 57 minuti 55 secondi. Ad oltre 6 minuti è poi giunto l’altro team transalpino, composto dalle sorelle Lena e Candice Bonnel, mentre la medaglia di bronzo mondiale è andata alla valtellinese di Valfurva Giulia Compagnoni in coppia con la piemontese di Coazze Ilaria Veronese.

Quarto posto assoluto, ma primo nella categoria Open femminile, per la coppia italiana formata dalla trentina di Molveno Elena Nicolini e dalla bresciana di Ponte di Legno Corinna Ghirardi. Hanno concluso la propria gara con il tempo di 5h23’17”.

Hanno detto

Matteo Eydallin: «Conosco molto bene le insidie dell’Adamello Ski Raid, una gara lunga e impegnativa con un dislivello importante, dove è necessario gestire il proprio fisico. La mia esperienza e le due vittorie già ottenute su questo tracciato nel 2015 e nel 2017 ci hanno suggerito di partire con calma, cercando un ritmo regolare il più possibile. Nella salita di Cresta Croce ci siamo trovati assieme alle due squadre francesi ed abbiamo aumentato la cadenza riuscendo a staccarle, e forzando anche nell’ultima ascesa. Poi in discesa abbiamo gestito il vantaggio».

Robert Antonioli: «Sono proprio contento per questo titolo mondiale e per la prima vittoria all’Adamello Ski Raid. È stata una gara durissima e sono felice per il modo in cui sono riuscito a gestirmi, grazie soprattutto all’esperienza di Matteo, che ha dettato il ritmo, soprattutto nell’ultima salita in cui mi ha spronato senza sosta. In discesa ho anche avuto un piccolo infortunio ad un dito di una mano, cadendo, ma non è stato nulla di grave. Una discesa fino al traguardo interminabile, ma la vittoria fa passare tutte le fatiche».

Axelle Mollaret: «L’Adamello Ski Raid è stata la gara più lunga e difficile della stagione, nel gestire le energie. Siamo partite subito forte con Emily, perché la coppia italiana De Silvestro e Murada era particolarmente temibile. Poi si sono ritirate, ma non è stata comunque una passeggiata, soprattutto dopo una stagione intensa dal punto di vista agonistico. È la mia seconda vittoria in questa gara e non posso che essere felice».

Emily Harrop: «Sono davvero contenta per questo successo e per il titolo mondiale alla mia prima partecipazione all’Adamello Ski Raid. Una competizione lunga e complicata, che abbiamo cercato di affrontare gestendo le energie il meglio possibile e ci siamo riuscite. Sono stanca, ma particolarmente soddisfatta e voglio fare i complimenti all’organizzazione per aver allestito un percorso di alta qualità nonostante la poca neve in bassa quota».

Federico Nicolini: «Siamo stati con le prime tre squadre fino a metà gara, poi non siamo riusciti a mantenere il loro ritmo e ci siamo gestiti. Sarebbe stato bello conquistare un posto sul podio, ma davanti a noi sono andati più forte. Soddisfatto per la prestazione».

Alex Oberbacher: «Con Federico abbiamo fatto un’ottima gara, un ottimo compagno di viaggio, che voglio ringraziare. Il percorso è molto impegnativo, ma spettacolare. Gran bella gara».

Giulia Compagnoni: «Centrare una medaglia ad un campionato mondiale è un sogno. Non si sono mai riuscita, perché accadeva sempre qualcosa di storto, oggi siamo state fantastiche con Ilaria in una gara durissima. Stavo bene, come del resto in tutta la stagione».

Ilaria Veronese: «Devo ringraziare Giulia per il suo continuo contributo in gara. Non è facile gestirsi su un tracciato così lungo e mi sono espressa bene pure in discesa. Felicissima».

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