“Mi ha deviato il setto nasale”: la gomitata, l’esordio con Ancelotti, 18 anni e una T di troppo I “Mancava sempre qualcosa per fare 31”

Ancelotti (lapresse) - Sportmagazinetrentino
“Mi ha deviato il setto nasale”: la gomitata, l’esordio con Ancelotti, 18 anni e una T di troppo I “Mancava sempre qualcosa per fare 31”
Prospetti di campioni, di nome ma non di fatto. Un esordio da urlo, a soli diciotto anni, con Ancelotti. Ben presto il tracollo.
Nel mondo del calcio, la promessa è una moneta che spesso circola più della realtà. Ogni anno, legioni di giovani talenti vengono etichettati come prospetti di campioni, giocatori che sembrano destinati a illuminare i campi da gioco e a riempire le bacheche dei trofei. Niente di tutto questo.
Il nuovo Maradona o Messi, i nuovi Pelé e Garrincha, storie di giocatori che, pur dotati di indubbie qualità e di un potenziale riconosciuto, non sono riusciti a tradurre le aspettative in successi concreti.
Non necessariamente meteore assolute, ma calciatori che hanno avuto le loro chance, a volte anche in palcoscenici importanti, ma che per un motivo o per l’altro non hanno mai raggiunto il livello che ci si attendeva. Sono i cosiddetti prospetti di campioni, di nome ma non di fatto.
Le ragioni di queste mancate esplosioni sono molteplici e complesse. A volte si tratta di infortuni che ne minano la continuità e la crescita, altre volte di una pressione mediatica e ambientale insostenibile. Non è raro che il salto dal settore giovanile al calcio professionistico, con le sue dinamiche feroci e le sue richieste implacabili, si riveli un ostacolo insormontabile.
Un cognome, due Lettere e tante aspettative
La maturazione tecnica, tattica e, soprattutto, mentale, richiede tempo e un ambiente favorevole, fattori che non sempre i giovani talenti riescono a trovare. Tra i tanti nomi che rientrano in questa categoria, ce n’è uno a cui il problema non era arrivare a 30, ma gli mancava sempre qualcosa per arrivare a 31.
Si chiama Lino Marzorati passato alla storia per una carriera particolarmente curiosa. Si fa notare come un centrale roccioso e promettente, il suo esordio in Serie A arriva a soli 18 anni, nel febbraio del 2005, con un certo Carlo Ancelotti.

Appena tre presenze
Quel debutto in maglia rossonera sarà una delle tre presenze collezionate da Marzorati, proprio nell’anno in cui i rossoneri raggiungono la finale di Champions League a Istanbul. Le speranze di un grande futuro s’infrangono subito. Marzorati verrà ricordato più per un particolare che per una carriera in generale.
“La mia carriera è iniziata con il cognome Marzoratti – ha raccontato – poi si scoprì un errore all’anagrafe e mio zio fece fare il cambio. E figuratevi che in quegli anni i magazzinieri impazzivano perché non sapevano come scrivere il nome dietro la maglia“. Sembra che l’errore fosse nato durante le prime registrazioni sportive, forse per una trascrizione frettolosa, e si fosse poi perpetuato nel tempo. Tant’è.