Cosa c’è dietro l’equilibrio del tennis femminile? L’allarme di Marta Kostyuk

Marta Kostyuk in azione - Sportmagazinetrentino.it (Foto X)
In attesa delle Finals la stagione tennistica sta per andare in archivio marcando una differenza sempre più netta tra uomini e donne.
La tendenza del tennis mondiale è chiara. Tra i maschietti Jannik Sinner e Carlos Alcaraz da dominatori sono diventati cannibali, capaci di passeggiare o quasi in ogni torneo disputato, dagli Slam alle esibizioni, fino al redde rationem in finale.
I dati sono inoppugnabili: da Melbourne a Flushing Meadows i Magnifici 2 si sono sfidati in tutte le finali Major, con due successi a testa e in diversi Masters 1000, marcando una differenza sempre più netta rispetto ai rivali sotto ogni punto di vista.
Tecnicamente e fisicamente è difficile tenere testa a quei due satanassi, addirittura impossibile se la distanza è quella dei tre set su cinque. Si tratta davvero di un bene per il movimento?
Difficile rispondere, di sicuro i tornei a cui Jan & Carlitos non partecipano sono più incerti e per certi versi più divertenti, di sicuro il loro livello spinge la concorrenza a lavorare ancora più sodo. Quel che è certo è che in campo femminile la situazione è radicalmente diversa.
Equilibrio e fisicità: dove sta andando il tennis femminile?
Il 2025 ne è stato l’ennesima conferma. I quattro Slam hanno infatti visto altrettante vincitrici diversi, con cinque finaliste. Un altro mondo e la differenza non può venire spiegata solo aggrappandosi alle solite distinzioni fisiche e biologiche. O forse sì?
In uno sport che più di altri ha visto negli ultimi anni l’importanza della componente fisica sopravanzare in maniera evidente quella tecnica le giocatrici “bombardiere”, in grado di unire potenza al servizio, resistenza atletica e costanza nel gioco da fondo riescono a marcare una superiorità evidente.

L’allarme di Kostyuk: “Sbatto contro un muro”
Per questo motivo si fatica ormai da anni a scorgere un’atleta che guidi il movimento con continuità. Campionesse atleticamente “normali” come Monica Seles o Martina Hingis appartengono a un’altra era. In poche all’interno del circuito WTA hanno il coraggio di affrontare questo tema. Ci ha provato Marta Kostyuk. L’ucraina, numero 27 del mondo, ha vissuto un 2025 sottotono, con gli ottavi agli US Open come miglior risultato. Schiacciante è in particolare lo score raccolto contro le top 20: 3 vittorie e 10 sconfitte.
Impossibile essere soddisfatte, ma oltre a progressi tecnici ancora da marcare, Kostyuk è uscita allo scoperto in un’intervista a ‘Tennis365’, lanciando un vero e proprio allarme riguardo la crescente importanza della componente fisico-atletica su quella tecnica: “Quest’anno mi sembra di aver sbattuto molte volte contro un muro. Devo migliorare, ma giocatrici come Sabalenka e Swiatek sono molto più grandi, più alte e più forti di me. Alcune hanno un livello di testosterone più alto, altre più basso. È una cosa naturale, ma aiuta”. Una semplice riflessione, quella di Kostyuk, non certo un’accusa, che solleva un tema delicato, quanto di difficile soluzione e, per alcuni, amaro: nello sport professionistico la forza ha ormai sovrastato la tecnica.