Le lancette dell’orologio tornano al 1° maggio del 1988. Una data che segna in maniera indiscutibile la storia del calcio italiano.
E’ la sfida scudetto che decreta il sorpasso dei Casciavit nei confronti dei Campioni d’Italia in carica.
Si celebra l’inizio della trionfale cavalcata del Diavolo sotto la guida di Silvio Berlusconi. Il club è guidato con sapienza dall’amministratore delegato Adriano Galliani con il supporto tecnico di Ariedo Braida e Silvano Ramaccioni.
In panca siede il “Mago di Fusignano” Arrigo Sacchi con Italo Galbiati (allenatore in seconda) e Vincenzo Pincolini (in veste di preparatore atletico).
All’epoca il torneo di Serie A era composto da 16 squadre, 30 le giornate, 2 punti venivano attribuiti in caso di vittoria, 1 punto in caso di pareggio.
Il Napoli di Diego Armando Maradona nel mese di aprile rallenta la sua corsa perdendo a Torino contro la Juventus e pareggiando a Verona.
La rincorsa dei Casciavit è imperiosa, passano all’Olimpico contro la Roma e battono i cugini nel derby meneghino.
I partenopei possono amministrare il punto di vantaggio sui rivali con tre partite ancora da giocare. Lo stadio San Paolo è una bolgia, colmo di tifosi napoletani, mentre la città ai piedi del Vesuvio è assopita e silente. Presenti nel parterre d’eccezione Umberto Agnelli e i tecnici “partenopei” Bruno Pesaola e Luis Vinicio.
Il fischietto dell’incontro è affidato al figlio d’arte Rosario Lo Bello.
Prima del fischio iniziale l’indimenticato Gian Piero Galeazzi intervista sul green, con la consueta passione, El Pibe de Oro.
Ottavio Bianchi, a sorpresa, lascia in panchina i due attaccanti Giordano e Carnevale. Il tecnico bresciano percepisce le difficoltà del periodo e opta per una formazione abbottonata.
Spedisce in campo Bruscolotti sulla fascia di Donadoni e Bigliardi sulle orme di Ruud Gullit.
La prima frazione finisce in parità; al vantaggio di Pietro Paolo Virdis pareggia su punizione il solito Maradona.
I rossoneri sono teleguidati da Arrigo Sacchi con il consueto pressing e la forza d’urto a trazione anteriore.
Sale in cattedra l’olandese “con le treccine” Ruud Gullit, che s’inventa rifinitore spingendo in goal prima Virdis e poi il connazionale Van Basten. Infine, Careca accorcia le distanze con un colpo di testa.
Il Diavolo scavalca il Napoli in classifica compiendo l’impresa e mettendo le mani sullo scudetto: il primo dell’epopea dorata di Silvio Berlusconi.
Emanuele Perego www.emanueleperego.it www.perego1963.it